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sabato 17 luglio 2010

Il cavallo di Metaponto

...tratto dall'omonimo libro autobiografico (pubblicato postumo nel 1998)

Lo vidi per la prima volta al tramonto.
Soltanto da poco, lame di luce avevano spaccato le nuvole nere che fuggivano ad oriente. La vastissima piana era tutta viva di verde smeraldo, i fili d'erba erano ancora grondanti di perline lucenti per la tempesta appena passata.
Lui era lì: con i tendini dei garretti tesi, pronti allo scatto, il collo proteso in avanti, la scarmigliata testa e la coda orizzontali, le nari pulsanti, lo sguardo fisso all'orizzonte, dove si staccava, nettamente viola, il colonnato di Metaponto.
Il suo manto scuro riluceva per la pioggia.
Per un momento girò la testa verso di me, poi tornò subito nella posa precedente. Non feci in tempo a fare cinque passi verso il cavallo che, con un nitrito, un'impennata, come una saetta si allontanò e scomparve.
In paese chiesi di quello splendido cavallo e chi fosse il suo padrone, ma ebbi soltanto risposte vaghe e forse ambigue. Finalmente un contadino mi disse che quel cavallo non aveva nessun padrone e che lui stesso l'aveva più volte visto dalla parte dei templi; viveva allo stato brado e nessuno riusciva ad accostarlo, ma aggiunse che portava fortuna a chi riusciva a vederlo...

...Nei giorni che trascorsi in quella misteriosa contrada, sospinto da oscuro desiderio, due volte mi recai nella piana dei Templi, ma non ebbi fortuna.
Però il terzo giorno lo rividi: era molto lontano e si spostava lentamente frugando con il muso l'erba fresca.
D'un tratto si mise a correre a zig-zag nei prati e mano a mano che si dirigeva verso il punto in cui mi trovavo, come preso da frenesia, agitando la sua arruffata testa di medusa, rompeva la corsa con brusche impennate.
Non mi venne vicino ma per tanto tempo stetti a seguirlo nelle sue bizzarrie, avvertendo dentro di me una strana agitazione.
Ad un tratto mi domandai che cosa fosse quel mio tremito dell'anima, quel precipitoso battito del cuore, quell'ansia che mi possedeva tutto.
Come fulminato, mi accorsi che fortissimamente io volevo essere quel cavallo:
La mia vita come la sua!

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