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lunedì 26 luglio 2010

FRA CENT'ANNI di Cesare Marchi

Squitieri il potere non lo giudica, lo rappresenta, ridendoci sopra, d'un riso acre.
Quello che subito colpisce è la monumentalità della concezione, un gusto scenografico della materia, corposa e scabra. Squitieri ha studiato ingegneria e si vede. Suo padre, costruttore, gli ha lasciato nel sangue la propensione per l'architettura.
"POSSIAMO DEFINIRTI UN COSTRUTTORE CHE DIPINGE?"
"Direi, piuttosto: un pittore che costruisce"

"PERCHE' DIPINGI SOLO DONNE LUCANE?"
"Perché io abito a Cortina, ma sono lucano. Carlo Levi ha visto quella terra sotto l'angolazione sociale, io sotto l'angolazione mitica. Vado spesso laggiù a far provvista di 'mito', cerco la donna che fa la fattura, il contadino che recita i proverbi. E' gente assai fiera e chiusa, non per nulla deriva da 'lucus', selva. Un esempio. Al mercato una venditrice di uova napoletana supplica i clienti affinché comperino. La donna lucana, invece, se ne sta impassibile con il cesto sottobraccio. La sua dignità le vieta di parlare"

"QUANDO HAI COMINCIATO A DIPINGERE?"
"A sette anni, a Potenza. Ritrassi, sulla parete del salotto, un'amica di famiglia. La mamma subito mi diede una sberla, poi mi comprò i colori"

"QUAL E' IL MOMENTO PIU' BELLO DELLA GIORNATA?"
"La notte. Dipingo solo di notte. Mi è necessario il silenzio. La Musa non ama essere disturbata dal telefono"


"DI CHI TI SENTI MAGGIORMENTE DEBITORE?"
"Di Masaccio tra i classici e di Sironi tra i contemporanei. Anche Sironi, guarda caso, studiò ingegneria. Debbo aggiungere l'arte egizia, Beckmanne e Marmeke"


"TU PASSI PER UN UOMO TRANQUILLO. MA SE POTESSI SCEGLIERE, CHI VORRESTI ESSERE?"
"Mi piace essere Squitieri. Vorrei continuare ad esserlo ancora per tanti anni. Ne ho settantadue"


"QUAL E' IL TUO PRIMO PENSIERO APPENA SVEGLIO?"
"Mi sveglio e resto a letto almeno un'ora, a fantasticare. Dipingo col cervello"


"IN CHE CONTO TIENI IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI?"
"Non credo a quelli che affermano di dipingere solo per se stessi. Non che io dipinga per piacere agli altri, intendiamoci, ma per essere da loro visto e giudicato. E' il mio modo di comunicare con il prossimo. Se fossi sulla Luna, non dipingerei"


"FRA CENT'ANNI, QUALI DEI NOSTRI CONTEMPORANEI SARANNO RICORDATI?"
"Comincerei con Picasso"


"E DEGLI ITALIANI?"
"Casorati e Sironi"


"TUTTI GLI ALTRI SCOMPARIRANNO?"
"Non c'è il minimo dubbio"


"COMPRESO SQUITIERI?"
"Compreso Squitieri".

una testimonianza di CESARE MARCHI_ anno 1979

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